Laterza: quattro arresti per usura e estorsione, sequestrati beni per 180 mila euro

3' di lettura 12/09/2023 - I militari della Guardia di Finanza di Taranto hanno eseguito un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia salentina, nei confronti di 4 soggetti residenti a Laterza e del sequestro preventivo di beni per un importo di oltre 183 mila euro.

Gli arrestati sono indagati a vario titolo per associazione per delinquere, estorsione pluriaggravata anche dal metodo mafioso, usura pluriaggravata e continuata e trasferimento fraudolento di valori. Le indagini, avviate nel 2019 e coordinate dalla Procura di Lecce, hanno consentito di rilevare nel territorio di Laterza presunte pratiche usurarie riferibili in parte a un’organizzazione del luogo, composta da 2 degli arrestati e da altri sodali e in parte ad altri soggetti, 2 dei quali destinatari della misura cautelare.

Nello specifico, dalle indagini sarebbe emersa la concessione, da parte degli indagati, di finanziamenti a tassi usurari nei confronti di famiglie e imprenditori di Laterza in stato di bisogno, con l’imposizione di tassi usurari fino al 300%, nonché la corresponsione di somme a titolo di interessi per oltre 183 mila euro. In alcuni casi la condotta estorsiva tenuta da 2 soggetti sarebbe stata aggravata dal metodo mafioso, insito nelle minacce di ritorsioni e nelle aggressioni fisiche che sarebbero state attuate in danno di alcuni debitori inadempienti.

Alla luce di quanto emerso dalle indagini, il “modus operandi” adottato dall’organizzazione avrebbe previsto dapprima la dazione bonaria del denaro alla persona/imprenditore in stato di bisogno, al netto dell’interesse concordato, che sarebbe stato successivamente restituito mensilmente con tassi di interesse particolarmente elevati che non avrebbero consentito di sanare la posizione debitoria. A questo punto sarebbe intervenuta l’intimidazione, sulla cui efficacia l’organizzazione poteva contare grazie al carisma del suo leader e quindi, nei casi estremi, l’aggressione delle vittime. A garanzia del prestito, il beneficiario del finanziamento avrebbe consegnato assegni o cambiali firmate “in bianco”.

A riscontro delle evidenze investigative acquisite, la Guardia di Finanza di Taranto nel giugno 2020 ha sottoposto a sequestro nei confronti di 2 dei soggetti indagati oltre 7 mila euro in contanti e numerosi titoli di credito (assegni e cambiali) per un ammontare complessivo di circa 230 mila euro. Inoltre, per eludere l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali, gli indagati avrebbero fittiziamente intestato a un prestanome la titolarità di un’impresa di Laterza operante nel settore della distribuzione automatica di prodotti alimentari.

I finanzieri jonici hanno inoltre eseguito il sequestro preventivo di beni per un importo di 183 mila euro, pari alle somme che gli indagati avrebbero ricevuto a titolo di interessi dalle presunte vittime del reato. Contestualmente all’esecuzione del provvedimento cautelare sono state eseguite 20 perquisizioni personali e locali nei confronti dei soggetti coinvolti a diverso titolo nelle indagini, residenti in diversi comuni delle provincie di Bari e di Taranto.






Questo è un articolo pubblicato il 12-09-2023 alle 11:00 sul giornale del 13 settembre 2023 - 92 letture

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